Recentemente Google ha lanciato l’Helpful Content Update o aggiornamento sui contenuti utili che mira a valorizzare i contenuti che non sono pensati per i motori di ricerca, ma per informare le persone.
Come afferma Danny Sullivan, l’obiettivo del motore di ricerca è quello di “contrastare i contenuti che sembrano essere stati creati principalmente per un buon posizionamento nei motori di ricerca piuttosto che per aiutare o informare le persone”, e “garantire che i contenuti non originali e di bassa qualità non abbiano un posizionamento elevato nella Ricerca”. Inoltre, il Public Liaison for Search aggiunge che i primi test interni di Google “hanno rilevato che migliorerà in particolare i risultati relativi all’istruzione online, nonché i contenuti artistici e di intrattenimento, shopping e tecnologia” (non perché i test si siano concentrati su queste aree, ma perché questi topic potrebbero avere quantità maggiori di contenuti target per l’update).
Da un punto di vista tecnico i contenuti utili sono quelli progettati per soddisfare il search intent dell’utente e non solo posizionarsi bene nella ricerca. L’individuazione dei contenuti utili da parte di Google avviene con un processo di apprendimento automatico in cui i contenuti di scarso valore vengono penalizzati e l’algoritmo alla base dell’helpful content migliora e cambia costantemente.
Per Google l’Helpful Content è un un “segnale di ranking a livello di sito che è sempre attivo”, applicato quindi all’intero sito (e non a singole pagine) e continuamente in esecuzione – a differenza quindi di broad core update o di modifiche come il product reviews update, che richiedono un aggiornamento periodico. Non si tratta di una penalizzazione, anche se chi ne è colpito riceve una sanzione in termini di posizionamento sui motori di ricerca.
In generale si tratta di una novità che ha l’obiettivo prioritario di colpire chi produce contenuti solo per aumentare traffico e visibilità sui motori di ricerca secondo una vecchia concezione della SEO. Oggi i content manager e i SEO specialist come ADV2GO lavorano per mettere al centro il cliente e per questo l’aggiornamento di Google andrà a colpire in particolare:
• “Siti di nicchia” (a meno che non svolgano veramente un buon lavoro dimostrando competenza e soddisfacendo pienamente le esigenze del ricercatore);
• Siti che fanno poco più che aggregare informazioni da altre fonti online;
• Siti di affiliazione pesanti (sebbene molti di questi siano già stati fortemente influenzati dall’aggiornamento sulle recensioni dei prodotti).
In conclusione, meglio evitare la SEO fai da te e affidare la creazione dei contenuti per il web a agenzie specializzate in content marketing e posizionamento sui motori di ricerca come ADV2GO. Contattaci per maggiori informazioni!
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